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Meno imballaggi! È la parola d’ordine della SERR 2016

Aperte le iscrizioni per Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti
  • rifiuti da imballaggi

    rifiuti da imballaggi

Dal 1° settembre sono ufficialmente aperte le iscrizioni alla ottava edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti che si terrà 19 al 27 novembre 2016. Come ogni anno la manifestazione ha un tema specifico: l’edizione 2016 sarà dedicata alla riduzione dell’impatto degli imballaggi. Perché, ci si potrebbe chiedere, dedicare una intera edizione ai rifiuti da imballaggio? Forse non tutti sanno - o almeno non hanno considerato con la giusta attenzione - che questo genere di rifiuti è diventato un problema nel giro di pochissimi anni poiché, dal secondo dopoguerra ad oggi, essi si sono moltiplicati in ogni forma e materiale. Sebbene molti di loro siano riciclabili, spesso non vengono conferiti correttamente nella raccolta differenziata finendo, in troppi casi, addirittura nei nostri mari. Ecco perché una presa di coscienza e di azione da parte di tutti è fondamentale e non più rinviabile. Se, da un lato, siano indubbi gli aspetti positivi degli imballaggi nel contenere, proteggere, maneggiare, consegnare e presentare prodotti, dall’altro, non si può che constatarne l’uso eccessivo. Ognuno di noi infatti produce in media 156,92 kg (due o tre volte il peso medio di una persona) di rifiuti da imballaggio all’anno! E’ quindi fondamentale ripensare alle radici la struttura stessa degli imballaggi. Ristudiare i packaging Negli ultimi anni, per venire in contro alle necessità di una clientela sempre più attenta alle tematiche ambientali e per ridurre i costi di produzione, le stesse aziende hanno fornito un grande contributo nella lotta alla produzione di imballaggi ottimizzando l’impiego di materie prime destinate al packaging. Qualche esempio? Guardate con attenzione le bottiglie dell’acqua o le lattine delle bevande: la loro forma è cambiata rispetto a quella di qualche anno fa e, soppesandole quando sono vuote, vi accorgerete subito che sono più leggere delle precedenti. Ovviamente tanto altro si può fare, riducendo, ad esempio, quelle parti di imballaggio che sono inutili dal punto di vista funzionale e che, a volte, vengono adoperate solo per motivi estetici o per marketing. Un altro aspetto importante è che essi siano realizzati con materiali riciclabili o, in presenza di più materiali, siano disassemblabili. Il packaging da evitare (ove possibile) è quello che può essere conferito solo nella raccolta dell’indifferenziato. Cosa possiamo fare noi A casa, in ufficio o mentre facciamo shopping, chiunque di noi è chiamato a dare il proprio importante contributo nella riduzione dei rifiuti da imballaggio. Ricordiamo qui alcuni consigli di buon senso. Acqua: Utilizziamo quella del rubinetto (e beviamola con un bicchiere riutilizzabile). A lavoro, ove venga fornito un servizio mensa e al posto delle bottigliette distribuite alle vending machine, chiediamo l’utilizzo di un sistema di “water bar”: acqua sicura, microfiltrata, direttamente dal rubinetto (anche gassata!). Basterà una bottiglia riutilizzabile o una brocca a mensa. Cibi freschi: Sono da preferire rispetto ai pasti preconfezionati contenuti in imballaggi eccessivi. Inoltre ciò permette di acquistare solo le quantità che ti servono. Fai caso agli imballaggi: Spesso due prodotti simili hanno quantità di packaging diversi: preferite, ad esempio, i dentifrici venduti in tubetto senza l’uso – inutile – anche della scatola di cartone. Acquista alla spina: Sono tanti i negozi e i supermercati che, a partire dal vino sino al detersivo, offrono una vasta gamma di prodotti sfusi (che, fra l’altro, costano pure meno di quelli imballati). Porta la sporta: controlla sempre di avere uno shopper in borsa. Se lo hai dimenticato a casa e devi comprarlo al supermercato prendilo riutilizzabile o monouso compostabile (che userai per la raccolta dell’umido a casa). Riutilizza e realizza: i tappi delle bottiglie? Possono diventare le ruote di un camioncino. La tanica? Sarà il corpo del furgoncino. Giocare con i materiali aiuterà i tuoi figli a capire l’importanza (e la facilità) del riutilizzo. Chiunque può partecipare: autorità pubbliche, associazioni, ONG, scuole, cittadini, gruppi di amici e anche le imprese. Puoi iscriverti entro il 4 novembre registrandovi sul portale europeo ufficiale www.ewwr.eu. Nell’edizione del 2015 l’Italia è stata il paese dove sono state organizzate più eco-azioni. Il Belpaese può vincere il primato anche nel 2016!  

Autore

Letizia Palmisano

Letizia Palmisano

Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).

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