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Le proposte di Legambiente per combattere lo smog

Sono 32 le città italiane che nel 2016 hanno sforato la soglia limite delle polveri sottili stabilita per legge, le proposte anti smog di Legambiente

Scritto da il 09 gennaio 2017 alle 9:00 | 0 commenti

Le proposte di Legambiente per combattere lo smog

Se parliamo di smog, è Torino a detenere il triste primato di città più inquinata d’Italia del 2016 con i suoi 86 giorni oltre la soglia limite di polveri sottili consentita per legge, seguono Frosinone (85), Milano e Venezia (73), Vicenza (71), Padova e Treviso (68), Pavia (67), Asti (66), Mantova, Brescia e Alessandria (65). La prima città del sud Italia presente in classifica è Napoli con i suoi 57 giorni di sforamento, Roma, invece, fa un po’ meglio delle altre metropoli italiane con 41 giorni oltre la soglia.
La classifica di Legambiente basata su dati ARPA, vuole essere una denuncia verso le inadeguate misure prese dagli ultimi governi che troppo spesso lasciano i sindaci in balia dell’emergenza, come afferma il Presidente dell’associazione Rossella Muroni. Per superare l’emergenza non bastano piccoli provvedimenti come il blocco del traffico, servono provvedimenti di lungo termine in grado di trasformare le nostre città in modo da farle diventare più pulite, accessibili e socialmente coese. Per questo Legambiente ha avanzato le sue proposte per combattere lo smog.

 

Le proposte di Legambiente

Oggi L’80% dello spazio pubblico è destinato al parcheggio o alla carreggiata, bisogna ribaltare questo rapporto favorendo spazi pedonali dove far convivere mezzi di locomozione green come bici, quadricli leggeri e city car.
Il ripensamento degli spazi urbani deve essere accompagnato dalla creazione di zone in cui imporre il limite di velocità massimo di 30 km/h. Seguendo l’esempio di altre realtà europee, Legambiente suggerisce la creazione di una rete di piste ciclabili sulle principali direttrici di mobilità delle città che consentano spostamenti sicuri ed efficienti, in modo da rappresentare una valida alternativa all’uso dell’auto privata.
Gli spostamenti fatti da un italiano, in media, sono inferiori a 100 km al giorno, è possibile coprire questa distanza anche con mezzi a trazione elettrica come e-bike, moto e bus, mezzi che le amministrazioni locali devono promuovere anche attraverso incentivi di tipo economico. Qualcosa che può essere subito e facilmente realizzato, anche perché a basso costo, sono le corsie preferenziali per il trasporto pubblico in superficie, in particolare per gli autobus in modo che siano maggiormente veloci e puntuali, in linea con le richieste dei cittadini. Trasporto pubblico che va potenziato attraverso un ricambio del parco pubblico circolante, oggi spesso troppo vecchio e inefficiente, con nuovi treni pendolari, metropolitane, tram e bus elettrici o a bio-metano.

Di fianco a modifiche strutturali, vanno fissati nuovi standard ambientali sempre più ambiziosi in modo da controllare il numero dei veicoli privati circolanti e stimolare le innovazioni e gli investimenti delle imprese. Limitazioni analoghe devono essere previste anche per i veicoli e i macchinari utilizzati nei cantieri all’interno delle aree urbane e ai veicoli commerciali destinati al trasporto e alla movimentazione delle merci in città. L’obiettivo è ridurre gli spostamenti in macchina nei centri abitati dei 2/3 entro 5 anni, obiettivo che può essere raggiunto anche attraverso politiche di “road pricing” e “ticket pricing” che da una parte limitano l’ingresso di veicoli inquinanti nei centri abitati e dall’altra promuovono l’uso dei mezzi pubblici.

 

Se ne parla sempre poco, ma tra i maggiori responsabili della qualità dell’aria delle nostre città, troviamo gli edifici, sia pubblici che privati. Legambiente raccomanda una concreta riqualificazione del patrimonio edilizio in modo da renderlo sicuro (dal rischio sismico e idrogeologico) e ad energia “quasi zero”. L’obiettivo è quello di riqualificare in 30 anni tutti gli edifici pubblici e privati. Obiettivo che può essere raggiunto con circa 400 mila interventi l’anno tra ristrutturazioni radicali e ricostruzioni. Fortunatamente, in questo campo, vengono in aiuto gli obblighi normativi nazionali, i quali prevedono che dal 2021 almeno il 50% del fabbisogno energetico sia soddisfatto da fonti rinnovabili (obbligo incrementato del 10% e anticipato al 31 dicembre 2018 per gli edifici pubblici).

In linea generale, la qualità della vita cittadina passa dalla riduzione dell’uso dei combustibili fossili, con l’eccezione del metano che può essere utile in fase di transizione per le operazioni di riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Sarà importante puntare anche su un migliore sistema di contabilizzazione dei consumi nei condomini, contabilizzazione che deve essere affiancata da un meccanismo sanzionatorio efficace.


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L'autore

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.


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