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Le emissioni domestiche di anidride carbonica

Costruendo “case passive” si risparmiano soldi e tonnellate annue di CO2, con ricadute positive tanto sul portafoglio, quanto sull'ambiente. Le esperienze più interessanti

Scritto da il 20 gennaio 2012 alle 8:25 | 0 commenti

Le emissioni domestiche di anidride carbonica

Un’abitazione costruita senza attenzione all’efficienza energetica costa circa 145 kilowatt all’ora al metro quadro, mentre quella costruita secondo i criteri della bioarchitettura 15 kilowatt all’ora per metro quadro. Ergo costruire o ristrutturare case che sotto il profilo del bilancio energetico consumano meno energia di quella che producono, genera risparmio economico e riduce sensibilmente  le emissioni di gas serra in atmosfera. Ne abbiamo parlato con l’architetto Dario Fraioli, presidente dell’Istituito nazionale di bio architettura della sezione di Frosinone.

D: Quanta CO2 emette in media una casa?

R: Attualmente la media annua delle emissioni di CO2 degli edifici in Italia è del 40/50% rispetto al totale delle emissioni  di anidride carbonica. Se volessimo poi considerare tutta la filiera che porta alla realizzazione di una abitazione, questo valore tende a crescere.

Le residenze che oggi vengono chiamate, secondo i criteri dell’Agenzia CasaClima di Bolzano, Casa clima Oro, piuttosto che Casa clima B, sono edifici che hanno una emissione di CO2 ridotta rispetto a quella della media nazionale, grazie all’efficientamento energetico del loro involucro e quindi a un ridotto consumo energetico per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo. Dobbiamo tuttavia tener presente che non sempre i materiali utilizzati sono stati prodotti emettendo una bassa quantità di anidride carbonica.

D:Perché le case passive sono caratterizzate da una bassa emissione di gas serra rispetto alle case tradizionali?

R: Se per case tradizionali ci riferiamo a tutte quelle abitazioni che da circa 40/50 anni, vengono costruite senza molti criteri, su tutto il territorio nazionale, queste sono caratterizzate da un emissione di CO2 molto più elevata rispetto a quelle di ultima generazione, che, invece, adottano principi legati al risparmio energetico, al comfort ambientale indoor ed al rispetto dell’ambiente circostante. Detto ciò, le “case passive”, hanno un minor impatto sull’ambiente, perché sfruttano le energie rinnovabili, hanno un elevato efficientamento energetico (rivestimento a cappotto, eliminazione dei ponti termici e così via) e quindi un basso consumo di energia legato al raggiungimento del comfort interno.

D: I non addetti ai lavori stanno iniziando ad optare per abitazioni con efficienza energetica?

R: Fortunatamente le persone comuni, iniziano a capire l’importanza di abitare in una casa performante da un punto di vista energetico. Sono sempre più coloro che si rivolgono a noi esperti di bioarchitettura ed efficientamento energetico, per realizzare la casa desiderata o per ristrutturarne una già esistente, facendo riferimento però ai criteri della bioarchitettura.

La cultura della casa costruita con parametri che sottintendono una attenzione al risparmio energetico, al comfort ambientale indoor e al rispetto dell’ambiente, pare abbia fatto breccia nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Certo bisogna sempre fare attenzione a chi propone soluzioni che non corrispondono ai principi della bioarchitettura o del costruire sano. In generale, fortunatamente, le persone cominciano a comprendere che è conveniente, sotto tutti i punti di vista, isolare la propria abitazione con un involucro che sia costituito con materiale naturale e non con sostanze nocive, le quali danneggiano l’ambiente e la salute stessa di chi in quella casa. Auspico che le nostre leggi nazionali ed europee siano sempre più proiettate verso una ottimizzazione dei consumi delle energie per le case, sfruttando al meglio le risorse rinnovabili che il pianeta ci dona gratuitamente.

 


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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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